Il lupo di Wall Street è un’autobiografia scritta dall’ex broker e imprenditore Jordan Belfort da cui è stato tratto il film omonimo diretto da Martin Scorsese e interpretato da Leonardo DiCaprio.
Jordan Belfort è nato a New York nel 1962 ed è laureato in biologia presso l’American University di Washington. Jordan non sfrutta i suoi studi poiché la passione per il denaro lo porta a Wall Street, sede della borsa di New York. Qui inizia la carriera da broker nella banca L.F. Rothschild e resta fino al crollo del 1987. Nella banca Jordan valeva meno di zero e non aveva neppure una licenza di vendita delle azioni.
Tuttavia l’esperienza gli servi sia da riferimento sia per cogliere i punti chiave di quel business. Il primo punto è la capacità di vendita basata di più sull’engagement del cliente che sulle reali previsioni di rendimento dei titoli. I broker favoriscono la compravendita di titoli ma, come gli spiegarono i manager della banca, nessuno di loro sa quali azioni saliranno. Il secondo punto sono commissioni derivanti dagli acquisti dei clienti le quali aumentano all’aumentare della rischiosità del titolo. Jordan capisce che in un qualche modo quella era la sua vocazione e che potrà sfruttare il suo talento nelle vendite e negli affari.
..ero preso all’amo. Il possente ruggito mi cresceva nelle viscere e mi echeggiava in ogni fibra del corpo. Sapevo di poter fare quel lavoro. Sapevo di poterlo fare proprio come lo faceva Mark Hanna, forse anche meglio. Sapevo di poter essere liscio come la seta.
A seguito della crisi che colpì la banca Jordan fu licenziato e costretto a trovare un nuovo lavoro.

Dopo un pò di tempo finisce in una piccola società di brokeraggio dove vende telefonicamente penny stock. Queste sono azioni di piccole società dalle dubbie prospettive di crescita. In questo business il rischio legato ai titoli e le commissioni di vendita sono più alti. Tuttavia le vantaggiose condizioni contrattuali legate a tali titoli allettano il talentuoso venditore. Jordan scopre una vera e propria nicchia in cui operare. Si tratta della compravendita di titoli di aziende meno conosciute e non trattate dalle banche internazionali.
Nel 1989 fonda la società di brokeraggio Stratton Oakmont, azienda che lo rende incredibilmente ricco. Ma i guadagni dell’azienda sono fatti ingannando gli investitori sul reale valore delle azioni e sul livello di rischio degli investimenti. Nel frattempo tradisce e divorzia la moglie per sposare la top model Nadine Caridi e anch’essa sarà tradita con altre donne. Studia ed adotta stratagemmi per riciclare denaro ed eludere le tasse. Sviluppa uno stile di vita sfrenato basato fatto di feste, droga e alcol che lo porta a una grave tossicodipendenza.
Belfort viene arrestato nel 1998 per frode e riciclaggio di denaro. Durante i mesi in carcere conosce Tommy Chong, che lo incoraggia a scrivere un libro sulla sua storia. Attualmente Jordan è scrittore e coach professionale.
L’autobiografia del lupo di Wall Street mette a nudo come di fronte al denaro l’uomo non si frena. Adoro questo libro perché l’autore vuole dare una lezione mettendo a disposizione i propri sbagli ed esperienze. Jordan con questo libro vuole riscattarsi in un qualche modo. L’autore mette sul campo le sue esperienze per provare che il crimine non paga e augurandosi che il racconto della sua vita possa servire da monito a giovani, ricchi e a chiunque accetti il dono della vita per farne cattivo uso. A chiunque voglia diventare il Lupo di Wall Street.
Lo stile narrativo è fluido, a tratti impegnativo per l’uso di termini indispensabili per chiarire le dinamiche di borsa, ma mai noioso. Ben scritto, scorrevole; ricco di scene e particolare non visti nel film. Racconta la vicenda con toni da commedia pura.
Jordan dedica questo libro ai suoi due figli avuti con Nadine.
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In evidenza: Il lupo di Wall Street, Jordan Belfort (2014)